Se vostro figlio vi chiedesse che cosa è una banca voi come rispondereste?
Probabilmente usereste parole semplici. Potreste infatti rispondere : “la banca è una specie di grande salvadanaio dove la mamma e il papà ci mettono dentro i soldi per tenerli al sicuro. Quando si ha bisogno di soldi si vanno a prendere in banca. Anche la banca ha un suo salvadanaio e quando si deve comprare qualcosa e i soldi dentro il proprio salvadanaio non bastano allora la banca li prende dal suo e ce li presta. Poi noi glieli rendiamo quando possiamo”.
Il bambino capirebbe il concetto. Guardando poi la televisione, tra un cartone animato e l’altro, vedrebbe la pubblicità delle banche. Slogan che mirano a sottolineare lo stretto rapporto di fiducia e di aiuto che lega la banca al proprio cliente.
Il bambino di conseguenza collegherebbe la parola banca alla parola sicurezza dei soldi.
Ma è davvero così?
C’è davvero questo stretto legame di fiducia con il cliente?
E soprattutto, i soldi sono davvero al sicuro?
E per quanto riguarda i prestiti?
Come per tante cose, la realtà spesso è ben diversa da quella che si può descrivere al proprio figlio.
Al bambino infatti non direte che ci sono persone che hanno messo i soldi in questo grande salvadanaio e che non possono più disporne perché le banche hanno bloccato i contocorrenti.
Al bambino non direte che spesso la banca risulta quale creditrice, vi viene a chiedere dei soldi per i quali in realtà voi non siete debitori ma, in alcuni casi, addirittura creditori della banca stessa.
Al bambino non direte che invece di essere un amico, la banca si tramuta in nemico.
In conclusione non direte al vostro bambino che esiste, a volte, l’usura bancaria.
Come stanno veramente le cose?
È stata registrata, negli ultimi dieci anni, un incremento dei casi dai quali risulta che la banca pratica una terribile parola: usura.
Questa parola la spiegherete forse tra qualche anno.
Cosa succede quindi nella realtà dei fatti?
Che la banca diviene antagonista del cliente, esige soldi che non le spettano e spesso riesce a mandare il proprio stesso cliente in fallimento.
Vediamo in che modo.
Ogni tre mesi, la Banca d’Italia stabilisce il tasso massimo di interesse, il cd. Tasso soglia, cioè il tasso massimo da pagare, che le banche possono applicare ai propri clienti quando questi chiedono un prestito, un fido o un mutuo.
Quando però l’istituto va ad applicare, come spesso accade, un interesse che supera il tasso soglia, quell’istituto commette usura.
Il correntista che vede quindi il totale da pagare alla banca lievitato, senza capirne il motivo, diventa una vera e propria vittima.
La banca intanto opera d’astuzia e sposta la cifra che fa superare il tasso soglia, camuffandola, sotto altre voci che traggono inevitabilmente in inganno il cliente.
Dalla truffa aggravata all’usura bancaria il passo è breve.
Dati alla mano, quello che emerge è agghiacciante. Pare che più del 60% dei mutui infatti sia di natura usuraia.
In generale, pare che il 94% circa degli interessi praticati dalle banche siano usurai.
Più di centomila imprese italiane pare siano ad oggi vittime di questa frode legalizzata, di questo sciacallaggio legittimato dal sistema.
Combattere tutto questo però è possibile e i giudici hanno già condannato numerose banche a risarcire i propri clienti rendendo loro i soldi.
A questo proposito può essere utile citare una recentissima sentenza della Cassazione (la n. 350 del 9.1.2013) che ha fissato fondamentali principi su questa problematica sempre più diffusa e che miete sempre più vittime: il tasso di interesse che supera la soglia imposta dalla legge configura il reato di usura.
Un illecito penale a tutti gli effetti, contro il quale l’ordinamento tutela il soggetto leso, come per tutti gli illeciti penali. E c’è di più: la clausola contrattuale che ha previsto tale tasso di interesse è nulla. Resta salvo il negozio nella sua interezza.
La Cassazione ricomprende anche i tassi di interesse di mora.
Grazie quindi anche al coraggio e alla iniziativa degli stessi truffati le acque si stanno muovendo nel tentativo di porre fine a questi soprusi.
Forse un giorno l’usura bancaria perché non esisterà più e non ci sarà più bisogno di spiegarla ai nostri figli.